Ipoacusia nei bambini
Come riconoscerla e trattarla
Quando si pensa all’ipoacusia o ai problemi uditivi, è facile legare queste problematiche alle fasce più anziane di popolazione. Se sicuramente le percentuali di coloro che hanno un’età più elevata è interessata in maniera importante da queste problematiche, non deve tuttavia essere sottovalutato l’impatto che le limitazioni dell’udito possono avere sui bambini e sui ragazzi.
Si stima infatti che, su circa 100 neonati, una percentuale compresa fra il 10 e il 20% possa avere una ridotta capacità uditiva, mentre nell’età della scuola primaria almeno 3 o 4 bambini su 100 possono soffrire di ipoacusia.
Bisogna sottolineare che, seppure di lieve entità, queste problematiche possono avere un forte impatto sullo sviluppo intellettuale e linguistico dei più piccoli. Ci sono infatti ricerche che mostrano quanto l’udito rappresenti un senso essenziale per favorire una corretta evoluzione del linguaggio, del parlato e dell’apprendimento.
Si stima infatti che i bambini che hanno una perdita di udito possano presentare dei ritardi comportamentali nelle aree della comunicazione recettiva ed espressiva e ottengano risultati scolastici meno brillanti, insieme ad una ridotta capacità di socializzare con i pari.
Come si manifesta l’ipoacusia nei bambini?
Quando si parla di ipoacusia nei bambini, ci si riferisce generalmente a due tipologie di problematiche.
Esiste l’ipoacusia percettiva, nella quale la conduzione del suono nell’orecchio viene disturbata; c’è poi l’ipoacusia neurosensoriale in cui lo stimolo uditivo viene percepito in maniera insufficiente oppure non viene convertito tra l’orecchio interno e i nervi acustici.
Ci sono poi situazioni particolari, come la così chiamata ipoacusia trasmissiva, che interessano l’orecchio medio o esterno e sono solitamente temporanee, risolvibili con una terapia farmacologica o con un intervento chirurgico.
Come si riconosce l’ipoacusia nei bambini?
Ci sono alcuni segnali che è essenziale tenere in considerazione nel momento in cui si vuole valutare un’eventuale insorgenza dell’ipoacusia nei bambini, vediamoli insieme.
Problemi uditivi possono essere riscontrati durante lo screening uditivo neonatale, che viene generalmente effettuato tra le 24 e le 48 ore dopo la nascita; ci sono tuttavia alcune problematiche che possono sorgere nei mesi successivi e che vanno quindi tenute sotto controllo, verificando la risposta dei bambini ad alcuni stimoli.
A 4 mesi di età, per esempio, un bambino dovrebbe reagire agli stimoli uditivi, riuscendo a localizzare qualsiasi sorgente sonora e dovrebbe reagire a rumori forti o improvvisi. Intorno al sesto mese di vita dovrebbe cominciare ad emettere i primi suoni, imitando ciò che sente intorno a sé.
Nel caso in cui le risposte a questi stimoli non corrispondano alle aspettative, ecco che diventa necessario rivolgersi ad uno specialista che possa fare tutti gli accertamenti necessari; nel caso in cui sia confermata una diagnosi di un qualsiasi disturbo uditivo, potrà prevedere un intervento mirato per favorire uno sviluppo sereno del bambino.
Non esitare a contattarci per avere maggiori informazioni, saremo felici di rispondere ad ogni tua domanda.