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ABR (Auditory Brainstem Response) o Potenziali Evocati

Come funzionano i Potenziali Evocati Uditivi o ABR ?

ABR (Auditory Brainstem Response) o Potenziali Evocati

 

ABR ( Auditory Brainstem Response) o Potenziali Evocati Uditivi.

 

Con ABR o Potenziali Evocati Uditivi si intende un esame diagnostico oggettivo che serve per indagare la presenza e l'origine delle patologie uditive quando queste non sono riscontrabili con gli altri strumenti diagnostici quali audiometria tonale, vocale ed impedenzometria e, soprattutto, in presenza di bambini o di un paziente non collaborante.

 

 

É opportuno eseguire questo tipo di esame nei seguenti casi:

 

 

- Per determinare la natura e la gravità del deficit uditivo dei bambini che non  superano lo screening neonatale di primo livello (otoemissioni acustiche) o che manifestino sintomi di abbassamento uditivo in un qualsiasi momento della loro vita, prima che possano interagire attivamente allo svolgimento di un test audiometrico.

 

- Per monitorare il corretto funzionamento del sistema uditivo in tutti quei bambini che superano lo screening neonatale di primo livello (otoemissioni acustiche) ma che sono indiziati di possibili patologie uditive quali la neuropatia uditiva (una patologia che affligge il nervo acusico e i vari centri neurologici che portano l'informazione acustica dalla periferia, le orecchie, alle aree acustiche cerebrali. Alcuni elementi che rendono indicato il monitoraggio della salute uditiva di un bambino appena nato possono essere: nascita prematura, peso eccessivamente basso alla nascita, ittero neonatale, somministrazione di farmaci ototossici (che rischiano di danneggiare le cellule ciliate dell'orecchio), infezione da citomegalovirus oppure nei casi di ricovero in terapia intensiva neonatale per più di 5 giorni.

 

- Per determinare la presenza, la natura e la gravità di un problema uditivo in un paziente di qualsiasi età impossibilitato a collaborare con l'operatore, con cui sarebbe impossibile portare a termine un esame audiometrico.

 

Il test per la ricerca dei Potenziali Evocati Uditivi può essere eseguito su pazienti di qualsiasi età, anche bambini nati da pochi giorni. 

Il paziente deve essere indotto ad uno stato di sonnolenza che può essere spontaneo o indotto ( per alcuni bambini potrebbero essere necessarie procedure di sedazione).

L'esame consiste nel posizionare elettrodi, del tutto simili a quelli di un qualsiasi elettroencefalogramma, sul cuoio capelluto e sulla pelle dietro il padiglione auricolare e poi nel inviare a ciascun orecchio del paziente, tramite cuffia, dei suoni detti "click" che contengono diverse frequenze. 

Una volta che le orecchie del paziente percepiscono il "click" si attivano tutta una serie di risposte neurologiche, tipiche del funzionamento della via uditiva, che vengono rilevate dagli elettrodi sotto forma di "onde" tracciate su un grafico. Ognuna di queste onde corrisponde ad una delle "stazioni" attraversate dagli impulsi nervosi generati dalla percezione del suono, le quali viaggiano a partire dalle orecchie fino alle aree acustiche cerebrali.

Dall'osservazione di queste onde è possibile trarre utilissime informazioni circa lo stato di salute della via uditiva e di tutti i passaggi che la compongono, senza che il paziente debba avere parte attiva nel conseguimento di un risultato attendibile del test.

 

 

Tra i vari utilizzi per cui è molto utile lo strumento dell'ABR, è prassi somministrare questi "click" a volume decrescente, fino ad un livello abbastanza basso da non generare più alcuna risposta neurologica nella via uditiva del paziente (quindi non sono più rilevabili le onde sul grafico). Lo scopo di tale procedura è quello di determinare quale sia la soglia di minima intensità in grado di generare una attivazione del sistema uditivo e quindi comprendere se si sia in presenza di un paziente sano oppure con un certo grado di ipoacusia. Si pensi a quanto sia utile potersi avvalere di questa strategia nei confronti di un paziente che non sia in grado di collaborare con l'operatore sanitario!

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